Riguardo all'ultima barriera difensiva dell'umanità, ho trovato una risposta: la storia. Questo è un'intuizione che ho avuto dopo aver letto "La tecnologia che scalda". Il libro offre una prospettiva chiave: la nascita della coscienza umana, la sua linea di demarcazione è il momento in cui iniziamo a comprendere il mondo attraverso le storie. Trasformiamo esperienze caotiche in narrazioni causali, per gestire la dimensione temporale e prevedere il futuro. Si può dire che la capacità di costruire storie è il primo vantaggio fondamentale che distingue l'umanità dalle altre specie. Un'altra inferenza centrale del libro è che la coscienza stessa è il meccanismo che trasforma l'enorme quantità di informazioni inconsce in "storie". Questo modello è molto chiaro: l'area inconscia del cervello (guidata da intuizioni, emozioni e desideri) è il vero decisore. E la coscienza che possiamo percepire svolge il ruolo di portavoce, il cui compito è razionalizzare e narrare le decisioni inconsce, per poi comunicarle. Questo meccanismo spiega la causa fondamentale della dissonanza tra sapere e agire: l'istruzione finale all'azione deve ricevere l'approvazione dell'inconscio. Dietro la tua incapacità di smettere di scorrere TikTok, c'è un'umanità che nemmeno l'AGI può raggiungere. La storia è il punto di partenza della coscienza, e successivamente la storia si eleva a una forma di intelligenza più alta: l'empatia. Quando una persona apprende e classifica abbastanza storie, acquisisce la capacità di comprendere gli altri mettendosi nei loro panni. L'empatia è la fonte dell'immaginazione ed è anche la base della fiducia. Questo mi ha fatto capire dove si trova il confine che l'AI fatica a superare. L'AI può gestire la conoscenza, ma non ha un nucleo inconscio caotico che deve essere "narrato". Pertanto, non può realmente possedere l'empatia e la fiducia profonde generate da storie che si accumulano. La barriera difensiva più solida dell'umanità non è la nostra capacità di elaborare informazioni, ma la nostra essenza di "narratori di storie" per natura. Come disse Einstein: L'immaginazione è più importante della conoscenza, perché la conoscenza è limitata, mentre l'immaginazione abbraccia tutto il mondo.
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